Perché la mia non è una vita speciale e molto spesso me la devo inventare.


Prendo una ciocca di capelli e me la stringo intorno al dito.

Faccio una promessa a me stessa.

Poi ne prendo un’altra, e un’altra ancora, ma non ho dita a sufficienza per tutto quello che vorrei promettermi da qui alla fine dei miei giorni.

E poi mi ritroverei piena di ricci, e si sa che ogni riccio è un capriccio.

Insomma ne ho a disposizione soltanto dieci, di promesse?

E come decido quale valga la pena di essere intrecciata, rispetto ad un’altra?

Non ho voglia di pensarci stasera, facciamo che per ora rimango qui in terrazzo a contare tutte le volte in cui ho sentito il bisogno di toccarmi i capelli. Ormai capita senza che me ne accorga più.

 

– Uff, possibile non riesca a trovarti un soprannome? Mi serve, altrimenti non posso scrivere di te sul blog!

– Ma perché dovresti scrivere di me?

– Perché sì.

– Rispondi come una bambina adulta, una volta tanto.

– Gne. Perché lì c’è la mia vita, ed io voglio scriverci anche di te. E poi non rompere il blog è mio decido io chi è lo re so io lo re.

– Sei proprio stupida.

 

Sarà stato ieri, o forse l’altro ieri, ero intenta a farmi quel poco di fatti tuoi e mi sono imbattuta in una foto.

Cavolo.

Io ho gusti strani, lo ammetto, ma tu sei proprio bello.

Sarà che sorridi sempre davanti all’obiettivo?

Ammetto che dopo mesi, la cosa bruci ancora un po’.

Che ci posso fare? Mi sa di sconfitta, ecco.

Mi sa di non si è potuto neanche provare, di non ho capito se avessi mai voluto.

Che ci penso a fare?

Ma così, ci penso perché mi viene da pensarci quando sono sovrappensiero persa nei pensieri senza capo né coda di cavallo.

 

Ho come la sensazione che, tempo il mio compleanno, avrò litigato con tutti e non avrò più nessun amico.

– Ed io?!

– Tu cosa? Mica hai scelta decisionale.

– Nel senso che già non sono tuo amico?

– Nel senso che non potrai più non esserlo. Ormai mi ti porti dietro a vita. In bocca al lupo.

– Cazzo.

 

Byez, la Nana.

 

Ci sono dei momenti in cui mi viene da ridere al solo pensarci. Momenti in cui conto i giorni e dico ma è davveIMG_20150527_235408ro passato tutto questo tempo? Quando sento l’energia catalizzarsi alla fine dei miei arti, non so che farci, ho paura di distruggere qualsiasi cosa ed allora me ne resto ferma a guardare l’immagine riflessa da uno specchio con cui ancora non sono poi così intima. Mai prendersi sul serio. Mai. Anche quando ti infili un vestito che proprio non ti si addice, e ti metti su un rossetto. Quand’è che sei diventata così? Mai. Te l’ho detto. Io non diventerò mai.

 

44 pensieri riguardo “Perché la mia non è una vita speciale e molto spesso me la devo inventare.

    1. Spero di non essere arrivata troppo tardi per salutarti.
      Ho visto che hai chiuso anche Twitter.

      Mi dispiace un casino.
      Spero tornerai.
      E un po’ sono preoccupata.
      Se ti va, scrivimi.

      Non sparire, Donna.

      Un abbraccio forte.

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  1. Anche io, Nana con rossetto rosso (che è un po’ la versione italiana della ragazza con l’orecchino di perla), evito come la peste di diventare.
    Penso che sia per il mio piacere assoluto nel viaggio del diventare, piuttosto che dell’arrivare ed essere diventato.
    Che ne so.
    Fa caldo Nana. Fa caldo.

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    1. okciaoascolteròsoloquestadaquiallafinedeitempi.

      “I am no prodigal and this is no mistake”

      Mi fa ridere che ogni volto che sento canzoni del genere, mi verrebbe da tornare super-adolescente incazzata col mondo, che la musica era tutto ciò che s’aveva per urlare ciò che si provava.

      Eh.

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  2. Il trucco è fare i nodi e poi dedicarsi agli altri capelli. Ma poi c’è sempre il rischio di diventare capricciosi.
    Forse è meglio non pensare a certe cose e vivere le cose come vengono, col rossetto rosso.

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